La
pratolina, o margheritina comune (Bellis perennis), è
tra le prime essenze spontanee ad annunciare la primavera. Negli
inverni particolarmente miti, è possibile che la fioritura inizi
addirittura a fine febbraio anche a quote collinari.
Non
tutti sanno che i capolini, oltre che graziosi a vedersi, sono anche
commestibili, anzi particolarmente gustosi soprattutto se abbinati
alle uova, in frittelle o frittate.
Possiamo
facilmente procurarci le pratoline durante una passeggiata in
campagna, ma se vogliamo averle a portata di mano e disponiamo dello
spazio necessario, possiamo acquistare una bustina di semi e
introdurle noi stessi nel nostro giardino: attenzione però! L’area
prescelta dovrà essere immune da qualunque trattamento chimico. Per
il substrato non c’è problema: si accontentano anche del terreno
più magro.
Le
frittelle sono un contorno insolito, di sicuro effetto e di
facile realizzazione. Si prestano molto bene anche come ingrediente
del cosiddetto “antipasto alla bolognese”, che prevede
l’abbinamento di fritto salato e dolce nello stesso piatto.
Raccogliamo
le pratoline in una bella giornata di sole, quando i capolini sono
aperti, scartando totalmente i gambi. Non laviamo i fiori ma
piuttosto scegliamoli con cura, lontano da fonti inquinanti,
assicurandoci che siano puliti e sani.
Per
1 uovo occorrono:
- 30
g di capolini di pratolina
- 30
g di farina
- 30
g di parmigiano o grana grattugiato
- 15
ml di acqua gassata o birra
- un
ciuffo di prezzemolo tritato
- olio
per friggere
- sale
Per
quattro persone prevediamo il corrispondente di 3 uova.
Prepariamo
la “pastella” da frittura mescolando bene tra loro tutti gli
ingredienti, tranne i fiori e il sale. Se disponiamo solo di acqua
non gassata possiamo aggiungere un pizzico di bicarbonato.
Uniamo
infine i capolini incorporandoli con cura per ottenere un composto
uniforme, che friggeremo a cucchiaiate nell’olio bollente.
Le
frittelle vanno salate solo a fine cottura, altrimenti non restano
croccanti.